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Immagine del redattoreGiulia Masia

Revenge Porn


Sono stata assente per un po' causa motivi personali, ma in questo tempo che mi sono presa per me, ho potuto cogliere tanti stimoli che, come sempre la realtà di ogni giorno non mi fa mancare. Mi sono sentita molto offesa come donna da un accadimento in particolare , che ha colpito la mia attenzione. Non so se avete letto di una ragazza, maestra di asilo che ha subito la pubblica gogna e perfino il licenziamento a causa di un fenomeno abbastanza conosciuto chiamato "Revenge Porn". Per chi non lo sapesse, il Revenge Porn è la diffusione di video, foto o contenuti "intimi" , senza il consenso della persona. Si frequentava con un ragazzo, si sono filmati mentre facevano sesso e lui ha ben pensato di inviare il video ai suoi compagni di calcetto, che a loro volta hanno diffuso ulteriormente il video. Fatto sta che la moglie di uno di questi ha minacciato di ritirare i figli da scuola, perché una maestra di asilo, quando mai poteva fare queste cose. Sicuramente suo marito e lei, i figli li hanno trovati sotto un cavolo 🤔. Fatto sta che la ragazza, il cui unico peccato è stato dare fiducia ad un elemento poco affidabile (mi contengo in virtù del mio ruolo), è stata pure licenziata. Oltre alla beffa il danno, si potrebbe dire in questo caso. Sapete, il Revenge Porn, equivale ad una violenza vera e propria, innanzitutto perché costituisce una violazione della privacy della persona, uomo o donna che sia, in secondo luogo perché mette al pubblico ludibrio il/la/l' malcapitat*. Strano caso (ironia) la maggior parte dei casi di Revenge Porn sono messi in atto da uomini verso donne o da donne verso altre donne. Il motivo? Beh la morale patriarcale perpetrata per anni e anni che vede la donna non poter vivere liberamente la sua sessualità. Perché la società odierna (2020 eh, non 1850) vuole ANCORA, la donna come angelo del focolare, pudica , che non alza mai ma voce, che si occupa dei figli e della casa, che vive una sessualità castrata, a metà, in cui non esistono aspetti come il piacere o l'autoerotismo. Si ho detto autoerotismo, perché sia mai che una donna si possa masturbare. Oh Mio Dio ho detto masturbare. Il punto è che bisogna educare sia uomini che donne al rispetto dell'altro e delle sue scelte e soprattutto alle conseguenze delle proprie azioni. Chi siamo noi per giudicare? Cosa vuol dire avere una morale? Com'è la nostra? Perché mi sento di giudicare una donna solo perché vive la sua sessualità in modo libero da tabù e a prescindere dalla sua funzione nella società, qualunque essa sia? Noi non siamo solo quello che facciamo nella nostra intimità, come non siamo quello che cuciniamo, non siamo quello che vestiamo o la musica che ascoltiamo. Non siamo SOLO quello, siamo tutto l'insieme di queste cose, che ci rendono unici e speciali. Corrispondere per forza, pedissequamente e passivamente a determinati criteri ci fa sentire migliori? O forse ci fa sentire solo prigionieri di un Clichè? Pensate che quella maestra fosse una cattiva maestra perché nel suo privato faceva ciò che voleva con il suo corpo? Io non posso saperlo, ma non credo. Perché per noi è così importante andare a controllare che una donna corrisponda a dei canoni, che nemmeno sappiamo davvero quali siano e che ci impone una società bigotta e reprimente? Riflettiamo, sempre e ancora una volta.

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